Per la formazione l'orientamento di Pasquale Proia è stata importante, all’inizio degli anni 90, la realizzazione della documentazione di una mostra di opere-laser del maestro Vincenzo Bianchi, dedicata alla "Montagna di cristallo”. In tale occasione Proia per la pri- ma volta era entrato in contatto con tecnologie al tempo raramente accessibili. Tecnologie che lo spinsero ad ulteriori ardite sperimentazioni. Credo però che sia complessivamente utile conoscere la biografia di Pasquale Proia per una corretta lettura della sua opera, che negli esiti quanto nelle coordinate poetiche corrisponde, con affetto e rigore, agli sviluppi tecnici e alle pulsioni poetiche della fotografia. Davvero quella di Proia è una vita dedicata alla fotografia, scandita dai capitoli, anche avventurosi ed appassionanti dello story telling di un esercizio tecnico, che progressivamente si è rivelato e si è imposto come arte auto- noma, sperimentale, concettuale.
Nato a Fontana Liri nel 1963, a metà degli anni '70 Proia si è appassionato alle immagini e alle arti visive, seguendo il lavoro del proiezionista e guardando i film in programmazio- ne al Cinema Italia di Fontana Liri, gestito in quegli anni dal padre. Si accosta poi alla fo- tografia come apprendista di camera oscura e come operatore video-fotografico avviando una duratura collaborazione con il fotografo Roberto Folchetti, appartenente ad una stori- ca famiglia di fotografi attivi sin dall'inizio del '900 nella provincia di Frosinone. Dalla metà degli anni Ottanta inizia ricerche e sperimentazioni personali, affiancando alla fotografia anche testi poetici, che lo portano allo scambio e alla conoscenza di vari artisti. Organizza e partecipa a diverse mostre collettive e personali. Nel 1987-88 frequenta un corso per fotoreporter presso il Centro Regionale per Foto-Cine Operatori di Roma, dove, fra gli al- tri, ha come insegnante il direttore della fotografia Erico Menczer, dal quale apprende im- portanti nozioni di foto di scena. Nel 1996 avvia una propria attività fotografica offrendo servizi ad organizzatori di eventi culturali. Diventa socio dell’Associazione Nazionale Foto- grafi Professionisti “Tau Visual”. Nel 1998 comincia ad interessarsi alle tecnologie fotogra- fiche digitali realizzando nel 2001 “Cromocinetica” - uno studio di forme e colori in movi- mento realizzate con la tecnica della scansione senza uso di fotocamera, visionabili insie- me ad altre sue opere nel sito on-line della Saatchi Art Gallery di Londra. Nel 2011 e 2012 partecipa con proprie opere alle serate poetiche “La notte delle stelle – Omaggio a Co- stantin Brancusi - Poesia per la Pace” organizzate dal “Labirinto dei Musei” dello scultore Vincenzo Bianchi a Fontana Liri. Nel 2014 partecipa al V Festival Internazionale di Video- poesia tenutosi in Argentina e il suo video “Is there anybody out there?” assieme ad altri provenienti da tutto il mondo, viene selezionato per la proiezione presso la “Esculea de Arte Leopoldo Marechal” di Buenos Aires.

Carlo Emanuele Bugatti direttore del Musinf


All’amico Pasquale Proia , che espone un suo dialogo colorato dal CLIC della mac- china fotografica e dal silenzio del colore impresso sulla superfice piana a supporto della sua fantasia. Il CLIC, proiettato nel silenzio cosmico dello spazio zero- 0 del compu- ter, genera la sorgente del colore dove Proia Pasquale ha attinto con la mano della fan- tasia per realizzare Ipotesi di volume e superfici piane dove l’occhio dell’osservatore si immerge per vivere la nuova dimensione della creatività dell’Arte . Il pensiero umano illu- mina la strada buia del silenzio, dove l’artista si rivela, con il prisma di cristallo fotogra- fando la sua anima racchiusa nei colori dell’arcobaleno ............................ .............................................................................................................................. .....................
L’artista puo’ usare la macchina fotografica come pennello per realizzare una sua creati- vità. Successivamente, attraverso la saldatura della foto con altre espressioni tecnologi- che, l’artista può dare possibilità al suo pensiero creativo di avvicinarsi alla sua stes- sa origine evitando delle deformazioni tra il tempo dell’oggetto pensato e il tempo dell’oggetto rappresentato. Proia con il suo lavoro di ricerca è entrato nel labirinto del- la creatività proiettata nel prossimo futuro. Non sarà più la forma del simbolo estetico adiniziare una comprensione dell’opera realizzata (venendo a creare interpretazioni con- troverse dovute alle diverse etnie e formazioni culturali, simboli, territori e altri fattori) ben- sì attraverso l’essenza del contenuto del perché il pensiero si trasmette attraverso il se- gno per dialogare con ciò che chiamiamo futuro. Essendo l’opera pittorica un mosai- co del tempo del pensiero creativo, lo scatto della macchina fotografica racchiude in sé le tre misure canoniche di velocità- spazio- tempo. Questo attimo è la proiezione del punto di convergenza, fulcro tra la dimensione gravitazionale terrestre e l’Infinito poetico di Giacomo Leopardi.
Caro Pasquale, le coordinate sono giuste, affronta il mare del colore.

Vincenzo Bianchi​​​​​​​